«È questione di tempi comici». Nella riuscita di uno scherzo impensabilmente folle
come nel successo di un sequel giunto
a vent’anni di distanza dal prototipo. Dieci anni prima avrebbe scontato minor efficacia.
L’impatto non sarebbe mai stato così divertente. Lo spiega Lloyd
Christmas spiattellando il senso della finta paralisi inscenata ai danni del
fido Harry Dunne. Ma è soprattutto quanto sembrano pensare i fratelli Farrelly sulla
gestazione di Scemo & più Scemo 2.
Quasi giustificando il ritardo in sala dei loro tardi beoti, la necessità
dell’attesa sorniona prolungata a beneficio di una rimpatriata più
clamorosa.
Parafrasando balordamente la formula di un personaggio di Crimini e misfatti di Allen, ne deriva una comicità risultante dalla somma "demenza + tempo". Lo schema è noto: azione-deiezione.
Dissenteria teorica del comic movie. Ovvero escrementismo sovraesposto, sgradevolezza flatulente e caratteri al grado zero del cult Scemo & + scemo (1994) rimessi in scena alla prova del tempo. Tarati sulle goliardate del(l’ec)cesso
contemporaneo, fin troppo intasato di leoni allo sbaraglio e rigurgiti di
senilità pimpante. Non fosse che lo scarico degli sketch è più rotto di quello su cui stava seduto Harry in Scemo & + scemo. L’intervallo
ventennale non ha cambiato nulla. Tolti i siparietti con lo smartphone
e i segni dell’età sul volto dei protagonisti, Dumb and Dumber To potrebbe tranquillamente
passare per un film del ’95, uscito a ridosso del predecessore. A rivederli assieme, nessuno scarto davvero
rilevante. Come un unico film (ri)vissuto - da Carrey e Daniels - e (ri)visto - dallo spettatore - in due età diverse, con
immutato e immaturo spirito d’imbecillità decerebrata.
Road movie a tappe scatologiche e sbandate sessocentriche. La meta da raggiungere, il pacco da consegnare, il cambio di vettura. L’onirismo erotico ora romance ora ninja di Lloyd, lo scambio di persona, complotti e omicidi sventati per caso. Si viaggia all’indietro, all’incontrario come i due scemi, ripiegando su materiale d’altri tempi (comici). Basterebbe la gag sul safe sex, ammuffita già all'epoca del primo Dumb and Dumber, con l’amplesso di Lloyd protetto dal casco a rievocare il Leslie Nielsen infilato nel condom a misura umana di Una pallottola spuntata (1988).
Road movie a tappe scatologiche e sbandate sessocentriche. La meta da raggiungere, il pacco da consegnare, il cambio di vettura. L’onirismo erotico ora romance ora ninja di Lloyd, lo scambio di persona, complotti e omicidi sventati per caso. Si viaggia all’indietro, all’incontrario come i due scemi, ripiegando su materiale d’altri tempi (comici). Basterebbe la gag sul safe sex, ammuffita già all'epoca del primo Dumb and Dumber, con l’amplesso di Lloyd protetto dal casco a rievocare il Leslie Nielsen infilato nel condom a misura umana di Una pallottola spuntata (1988).
«La fortuna di non avere un’identità è
che non corri il rischio che qualcuno te la rubi» dice in un punto Harry. La demenza irredimibile, geneticamente ereditaria (la storyline di Penny) dei Farrelly resta orgogliosamente autoreferenziale. Fedeltà
incondizionata all’insana scempiaggine del modello originario, non più
originale. Senza il retroterra ipercitazionista del demenziale di riporto contemporaneo dei vari Scary/Epic/Ghost Movie ed Angry Games (2013). Al netto dell’orrore coppoliano mimato da un
pappagallo e dell’«amore lungo lungo» di Full
Metal Jacket scimmiottato da Harry e Lloyd.
Il
sospetto è che, più che prestare il fianco a un’ovvia stroncatura, da Comic Movie (2013) in giù i Farrelly si facciano interpreti (consapevoli?) dell’appiattimento di una comicità sguaiata ormai
inoffensiva. L'acida involuzione nel bassoventrale spinto e spurgato del
primo Dumb and Dumber lascia spazio
a una stitichezza indurita. Tra un "culo libre" e l’inveterato "pisellare", è la
veracità provocatoria ed eversiva del turpiloquio godereccio a scemare
drasticamente, strappando non più di un sorriso affettuoso. Pernacchie ascellari e peti depotenziati, non più infiammabili. Scoregge che
scoraggiano, nonostante camei inaspettati e l’idea fake di un Dumb and Dumber For in arrivo (forse) tra
vent’anni.
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